Le Veneri di Parabita

Nel 1965 un tesoro prezioso è stato rinvenuto nel territorio del comune di Parabita, in una grotta ora denominata Grotta delle Veneri, un tesoro che rappresenta una finestra aperta sul nostro passato, un tesoro giunto a noi direttamente dalla notte dei tempi. Perché le Veneri di Parabita sono proprio questo, un tesoro di inestimabile valore archeologico e simbolico. Due donne in gravidanza scolpite in osso, presumibilmente di cavallo o bue, alte rispettivamente 9 e 6,1 cm, che proprio per essere state impresse nella materia mentre cingono il loro ventre portatore di vita, possono essere considerate idealmente le nostre antiche madri. Antiche perché rappresentano un importante esempio di arte paleolitica, essendo state datate tra i 12000 e gli 11000 anni fa. Sebbene statuette simili siano state ritrovate in tutta Europa, il loro essere state rappresentate in gravidanza le accomuna a quelle rinvenute nella lontana Russia e questo accresce ancora di più il loro fascino e il velo di mistero che le avvolge. Attualmente sono conservate presso il museo Provinciale Sigismondo Castromediano di Lecce. In realtà Le Veneri non sono gli unici oggetti preistorici ritrovati durante gli scavi, infatti la presenza di reperti appartenuti sia all’Homo Sapiens-Sapiens sia all’Homo Sapiens-Neanderthalensis, fanno risalire i primi insediamenti umani in questo territorio a circa 80000 anni fa. Da questi insediamenti nacque intorno al 1000 a.c. la città messapica di Baubota o Bavota, che cresciuta sotto le influenze prima Romane poi Bizantine, venne definitivamente distrutta dai Turchi nel 927 d.c. e dalle sue ceneri nacque l’odierna città di Parabita.